Missione Giornalista

Il contrario della guerra non è la pace, è la creazione (Rent, il musical)

Scrivere in un’altra lingua: 5 regole che aiutano i giornalisti

Tra le cose che faccio da questa parte del mondo (vi ricordate? Sono in Brasile!) ce ne sono alcune che toccano da vicino il mio mestiere di giornalista. Come il Pime in Italia ha una rivista e un sito di informazione (Mondo e Missione), così anche il Pime in Brasile nei suoi 70 anni di presenza si è dotato di strumenti di comunicazione come radio, siti web, giornali e riviste. Io, per quello che posso, aiuto la redazione di Mundo e Missão. E siccome l’editrice (edita anche libri) sta attraversando una fase transitoria, il mio apporto (speriamo utile alla causa) non si limita al giornalismo vero e proprio: in questa fase sto aiutando tanto nella revisione del piano editoriale (digitale e offline), quanto nello studio del pubblico e quindi dei canali (anche social) da implementare.

Tralasciando questo lato più tecnico e di supervisione editoriale, scrivendo in portoghese (brasiliano) mi sono accorto che le regole della scrittura giornalistica non mutano anche cambiando il contesto, la lingua e persino il genere editoriale (in questo caso parliamo di giornalismo missionario, di informazione di stampo religioso e quindi legata ai progetti del Pime, ma anche di tipo sociologico, sfiorando l’attualità). Insomma, ci sono dei tracciati da cui è meglio non allontanarsi, delle “leggi” che governano questa professione che sono sempre buone, qualsiasi cosa si stia scrivendo, ovunque lo si faccia.

In più, iniziando a scrivere in un’altra lingua mi sono accorto che proprio queste regole aiutano a prendere dimestichezza con il nuovo idioma e riducono le difficoltà durante la scrittura. Quali sono queste regole di cui parlo? Sono parecchie e diverse. Io, per l’esperienza che sto facendo, credo che quelle più utili siano queste:

LE 5 W

Qui stiamo parlando dei “comandamenti” del giornalismo. In effetti non cambia nulla quando si scrive in una lingua straniera. La notizia deve rispondere alle 5 W, deve dare informazioni (corrette e verificate) al lettore. Perdersi nei pensieri e sulla tastiera è poco utile nella lingua madre, figuriamoci quando si inizia a masticare qualcosa di straniero (e strano!).

LA NOTIZIA IN TESTA

Anche qui siamo di fronte a una specie di legge universale del giornalismo. La notizia, cioè il fatto, va prima di tutto, nelle prime righe. Scrivendo in un’altra lingua, seguire al massimo questa regola aiuta perché permette di mettere ancora più in chiaro quale sia la reale notizia da raccontare, sulla quale poi costruire il proprio articolo.

DIVIDERE

“Divide et impera”. Funziona! Dividere il proprio testo in piccoli paragrafi non è solo utile in chiave Seo e non aiuta solo il lettore durante la fruizione del nostro articolo: ci consente di fare delle pause nella scrittura, di suddividere i pensieri, di mettere ordine nel flusso della notizia e del racconto.

CITAZIONI

Citare non è reato. Figuriamoci quando stiamo imparando a scrivere in una lingua straniera. Io rubo spesso da fonti autorevoli (e verificate), che ovviamente cito, con tanto di link se stiamo parlando di un articolo web. Citare non aiuta solo a “riempire” la nostra pagina, è un ottimo modo per capire come altri giornalisti o scrittori, madrelingua, si sono comportati in riferimento a quel tema e come hanno raccontato quel passaggio.

TRADUTTORI

Sì ma non troppo. Google Translate, solo per citare qualcosa di davvero mainstream, ha raggiunti livelli ottimi e affidabili. E io lo uso, come uso Wordreference, il dizionario di portoghese brasiliano e anche altri siti in lingua. Senza abusarne, chiaro, e senza cedere al copia incolla. Spesso il traduttore aiuta a togliere un dubbio, o semplicemente ci restituisce una “traccia” sulla quale poi lavorare con lo stiletto.

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