Mi si dirà che parlo spesso e volentieri della “rosea”. Ed è vero. Lo faccio anche in questa occasione: ma non perché è uno dei quotidiani con cui collaboro, o perché è uno dei giornali che per diversi motivi leggo di più. Lo faccio perché La Gazzetta dello Sport ha dimostrato spesso di saper stare, a mio modo di vedere, al passo coi tempi. Lo ha fatto più volte, anche di recente. L’arrivo di Gazzetta Tv è stata forse l’evoluzione più importante (anche se la televisione non è di certo un media “moderno”) negli ultimi mesi della storia della testata sportiva meneghina.
Al di là del palinsesto e del giudizio che ognuno può avere sulla qualità e sulla quantità dei programmi proposti dal canale 59 del digitale terrestre, c’è una nota che mi ha sorpreso e ha toccato le mie corde di giornalista (per certi versi anche direttamente coinvolto). E cioè il fatto che in casa Rcs siano stati capaci di portare la redazione in televisione, di mettere in qualche modo davanti alle telecamere quello che spesso sta dietro. Non solo perché effettivamente le riprese puntano spesso sugli uffici e sui desk dei giornalisti ex via Solferino; più che altro perché Gazzetta Tv mostra, anche se solo in parte, la “cucina” del giornale.
Mi spiego. Prima di tutto, caso più unico che raro, vengono mostrati i volti dei “cuochi” di questa speciali cucina. I giornalisti di cui fino a ieri si conosceva solo la firma e lo stile oggi sono diventati volti noti dei programmi del canale 59. Certo, c’è chi è più televisivo e chi lo è meno. Ma d’ora in poi i lettori avranno un viso di riferimento, una faccia a cui pensare quando saranno, o no, d’accordo con quanto troveranno scritto l’indomani nero su rosa, sulla carta che si compra in edicola.
C’è poi una cosa che più di altre ha attirato la mia attenzione, il mio interesse e anche il mio personalissimo plauso. L’aver cioè portato quell’ultima fase del lavoro di cucina del giornale davanti alle telecamere. Mi riferisco alla prima pagina del giornale che l’indomani si troverà in edicola. Certo, sono molti i programmi della fascia serale e notturna che mostrano le prime pagine dei quotidiani del giorno seguente. Ma in questo caso è la “cucina” che mostra, in anteprima, il proprio piatto forte. C’è quel fascino, da cui sono attratto in quanto giornalista, nel vedere uno dei vicedirettori portare a mano una fotocopia della prima pagina appena battezzata nell’ultima riunione della sera. Un foglio che poi diventerà lastra per poi tornare carta: un foglio, spesso spiegazzato e ancora “in brutta”, che è il frutto del lavoro di giornata. Gazzetta Tv dedica a questa fase un programma ad hoc, cioè “Gazzetta News Prima Pagina”, in onda alle 23, che culmina proprio con l’arrivo in studio della prima appena sfornata. E’ qualcosa che vivo nel mio piccolo al Gazzettino Metropolitano, dopo una settimana passata a “cucinare” il giornale arriva il momento si scegliere la prima, tutti i mercoledì sera.
In Gazzetta hanno anche saputo fare di più. Proprio attraverso la tv e i social network sono stati capaci di interagire con i lettori-spettatori chiedendo spesso spunti sui possibili titoli da mettere in prima pagina. Ed è anche successo che i capi seduti in riunione abbiano approvato una proposta arrivata da casa e non partorita in redazione.
Chiudo con un consiglio che forse è più un augurio o un desiderio personale. Mi piacerebbe che in casa Gazzetta Tv si dia ancora più spazio al lavoro di cucina. Che si possano mostrare i meccanismi di preparazione di tutti i piatti di cui si compone il menu, cioè il giornale. Che si mostrino i desk, perché no anche qualche scampolo di riunione per capire come ragionano i giornalisti della rosea. Credo che nel 2015 questa non sia un’intrusione, una violazione della privacy, ma un’occasione per guadagnare pubblico, un’opportunità per coinvolgere maggiormente lettori e spettatori e per puntare i riflettori sulla bellezza di un lavoro “di bottega” troppo spesso sconosciuto e poco apprezzato.
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