Mi sento un po’ emozionato, non lo nascondo. Perché stasera vado in tv. Sì, in televisione. Non a fare il pubblico, ma nemmeno in una delle tv più famose, di quelle che si trovano schiacciando semplicemente un solo tasto del telecomando. Sarò ospite di Palla Al Centro, nuovo programma in onda su Telereporter, rete privata meneghina, visibile sul canale 13 del digitale terrestre. L’emittente ha da poco rinnovato il suo palinsesto, inserendo anche alcuni programmi di informazione sportiva.
Ci vado, o almeno ci provo. E’ la prima, la prima volta. E, come dicevo poco sopra, mi sento un po’ emozionato. o meglio, mi sento un po’ frastornato, confuso, contento, curioso, anche un po’ intimorito come succede con tutte le cose nuove, in qualche modo inaspettate, non cercate.
Ho sempre guardato con il naso un po’ storto “quei” programmi. Quelli in onda sulle tv private, quelli che raccontano il calcio senza farlo vedere, quelli dove i giornalisti si confondono con i tifosi, quelli dove le chiacchiere si fanno come al bar, se non peggio. Li conosco, li seguo non da spettatore fidelizzato ma semplicemente facendo un po’ di zapping sul mio telecomando. Li guardo perché non avendo nessun canale a pagamento a volte sono in modo più veloce per conoscere i risultati delle partite di calcio del campionato di Serie A e non solo. Insomma, si capisce che non è che sia proprio un fan di “questi” programmi.
Ma allora perché ci vai? Chiedetemelo pure. Non siate invadenti, me lo sto chiedendo pure io. Ci vado prima di tutto perché sono stato invitato da due amici che per anni hanno bazzicato le redazioni sportive di questi programmi. Riccardo Roversi e Gianluca Drammis, chiamati da Franco Bobbiese per rilanciare i contenuti sportivi di Telereporter, mi hanno gentilmente chiamato e io non mi sento di dire di no. E poi ci vado perché sono curioso. Criticare senza conoscere, oppure conoscendo solo dal divano, non vale. Ci metto dentro il naso, vado oltre lo specchio della mia tv e anche oltre quello della telecamera: vado e ci metto la faccia. Come? Chiedetemi pure questo. Porterò prima di tutto la mia passione per il giornalismo e per l’informazione. Alla fine della fiera si tratta pur sempre di un programma che farà informazione. Ci vado portando la mia passione per il calcio, ma anzi di più, la mia passione per lo sport e quel briciolo di cultura sportiva, a 360 gradi, che mi sono costruito in questi anni. Ci vado soprattutto portando il mio bagaglio professionale e in particolar modo la mia curiosità, quella di un bambino che va alla scoperta di qualcosa di nuovo.
Una nuova avventura? Forse, chissà. Chi può dirlo. Per ora vado. Stasera sarò in diretta, come ospite. Non so cosa succederà dopo, cosa succederà alla fine del programma oppure domani. Non so se piacerò a quelli che guarderanno, non so se sarò gradito a chi produce il programma. Ma non so nemmeno se sarò io il primo a essere contento e soddisfatto. Intanto vado. Poi si vedrà. Intanto vi racconto come mi sento, poi vi dirò, con calma, quali sono le mie reazioni, come ho vissuto quei momenti. Seguirà quindi, quasi sicuramente, un altro post nei prossimi giorni. Intanto però scrivo questo, per raccontare questo avvicinamento, per descrivere un po’ il mio stato d’animo in queste ore che precedono questo “debutto” che in fin dei conti è l’ennesima novità della mia vita professionale da giornalista. Avrei voluto raccontarvi, ma Missione Giornalista non esisteva ancora, le mie sensazioni e i miei stati d’animo quando cominciai a scrivere i miei primi articoli sull’allora Diario del Nordmilano. Oppure avrei voluto raccontarvi l’emozione con cui scrissi il mio primo articolo per il quotidiano Il Giorno, quanto fui contento di vedere, l’indomani, il mio pezzo stampato nero su bianco sulle pagine in edicola. Avrei voluto raccontarvi quanto mi batteva il cuore quando scambiai le prime mail con i redattori della Gazzetta dello Sport o di Sport Week. Oppure i primi contatti con le redazioni di TTG Italia o di Donna Moderna, o il mio primo sguardo alla home page, on line, di Nordmilano24.it; oppure la visita alla tipografia per vedere stampare la prima copia del primo numero del Gazzettino di Sesto. Insomma, avrei voluto raccontarvi l’emozione o meglio le emozioni con cui vivo il mio mestiere, ma questo blog non esisteva ancora.
Quindi lo faccio ora. Buona visione.
PS: Palla al Centro comincia alle 20, seguiteci anche su Twitter @PallaAlCentro
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