Qualche settimana fa mi era sorta una domanda: quanti articoli su Expo saranno stati prodotti? Stupida? Può essere. Expo è stato, senza volerlo giudicare, un evento globale e solo nei sei mesi della sua apertura immagino siano stati scritti miliardi di articoli su milioni di giornali, on line e cartacei. Una produzione in qualche modo “irreperibile”, fuori dalla portata di qualsiasi agenzia media che si occupi di rassegna stampa.
Scandagliando il fondale di internet però sono incappato in un report pubblicato dal Social Media Team Expo 2015: si tratta di un resoconto delle attività svolte dal gruppo prima e durante l’Esposizione Universale di Milano che contiene anche numeri e dati che possono, in qualche modo, dare un’idea di quale sia stata la portata mediatica della manifestazione. Impossibile reperire gli articoli in cui compare la parola Expo? Non è impossibile recuperare invece i tweet e i post degli utilizzatori dei social network che hanno visitato il sito o che in qualche modo hanno anche solo parlato di Expo 2015. Perché in fondo anche i social sono dei media…dei grandi contenitori di notizie e informazioni (ovviamente non mediati da un lavoro giornalistico). E quindi questa analisi può comunque dare delle risposte ad altre mie domande: ma Expo è stato veramente un evento così importante? E’ stato davvero un accadimento storico che ha cambiato l’agenda informativa mondiale, diventando argomento di discussione a livello globale?
Ecco allora qualche numero, giusto per farci un’idea. “In sei mesi di Expo 2015 abbiamo parlato con un pubblico di circa 300 milioni di persone sul web, utilizzando più di 20 piattaforme e coinvolgendo circa 240 stakeholder, attivi sui social”, spiegano dal Social Media Team Expo 2015. I canali Facebook utilizzati dal gruppo di lavoro hanno avuto 1,78 milioni di follower, che su Twitter invece scendono a 687mila e a 287mila su Instagram 287k. Ecco gli altri: Pinterest 15k; YouTube 14k; Periscope 36k; WhatsApp 2,5k.
Ogni giorno da Expo 2015 20 persone erano al lavoro nel Social Media Team, per produrre 42 post su Facebook, 30 tweet e 7 post su Instagram. Ogni giorno il gruppo ha collezionato 1.065 nuovi follower su Twitter, 2.173 nuovi fan su Facebook, 3 video su Periscope; ogni giorno sono state raggiunte 2,1 milioni di persone su Facebook e si sono collezionate 21.000 nuove view su YouTube.
Interessante anche il lavoro svolto dal team: “L’apertura di Expo 2015 ha cambiato il nostro modo di lavorare. Fino al 30 aprile abbiamo dovuto creare contenuti in-house. Dal primo maggio, ogni giorno ci sono migliaia di persone e diversi contenuti. Abbiamo ridotto la produzione editoriale e abbiamo iniziato a dare valore ai contenuti prodotti dai partecipanti. Nello specifico, dall’inizio di Expo: su Facebook il 32% dei nostri contenuti sono di terze parti; su Instagram, addirittura il 63% dei nostri contenuti sono di terze parti; su Twitter, il 54% dei nostri tweet sono RT”, dicono ancora.
Tutto il report è consultabile a questo link: cliccate qui.
Mi permetto un commento, che non vuole essere un giudizio totalizzante sul lavoro svolto dal gruppo, ma che in qualche modo rischia di esserlo: mi aspettavo numeri decisamente più alti. Anche solo volendo guardare i soli visitatori, cioè quei 20 milioni e passa di cittadini del mondo che hanno oltrepassato i tornelli di ingresso, i numeri sono in qualche modo “miseri”. Se allarghiamo la visione a tutto il mondo, pensando che oltre ai diretti interessati Expo sarebbe dovuto essere un “tema” dell’agenda pubblica e politica internazionale, allora questi dati sembrano ridimensionarsi ancor di più. Per farla breve e per voler rispondere alle domande fatte in apertura, e ancora senza voler fare una sintesi completa, dai social network pare evincersi che Expo non è poi stato un argomento di discussione (virtuale) che ha catalizzato il pubblico mondiale. Ahimè.
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