Che i giapponesi siano “avanti” lo sostengo da quando nel 2013 sono stato nella terra del Sol Levante in viaggio di nozze. Un’esperienza unica che consiglio a molti: un viaggio in una terra che mixa tradizione e innovazione, che ti butta in faccia contraddizioni sociali, storiche e culturali come capita difficilmente in altre zone del mondo. In quell’occasione, dicevo, ho scoperto che per molti versi i giapponesi sono “avanti”. L’ultima trovata riguarda proprio i giornali che per altro, in Giappone, hanno dati di vendita e distribuzione che in Italia ci sogniamo lontanamente: tempo fa scrissi un post quando nella classifica mondiale i primi tre quotidiani più venduti erano proprio giapponesi e insieme facevano quasi 20 milioni di copie.
Ecco, proprio uno di questi, il Mainichi Sinbun, ha pensato a un giornale che non lascia il pollice nero (se leggete i quotidiani capite di cosa sto parlando), ma piuttosto dal pollice verde: un giornale che non si butta ma al contrario si pianta. Cosa diceva De Andrè? Dal letame nascono i fiori? Ecco, siccome spesso si pensa che i giornali siano pieni di merda, in casa Mainichi l’hanno pensata giusta e hanno creato un giornale fatto di fogli di carta che si piantano e si innaffiano e dai quali germoglieranno delle vere e proprie piante.
Sarà il primo giornale verde al mondo: le pagine sono realizzate da materie prime riciclate, e nel processo di creazione vengono inseriti dei semi che vengono pressati e compattati. Anche l’inchiostro, secondo alcune informazioni, è prodotto utilizzando sostanze interamente vegetali. Per fare un giornale serve un albero? Ora il processo non si chiuderà, il ciclo si completerà: per fare un albero servirà un giornale. Dopo la lettura la pagina si può interrare e annaffiare e il gioco è fatto.
Una trovata di marketing? Molto probabilmente sì, perché sempre secondo alcune fonti pare che il giornale abbia conquistato nuovi lettori, calcolando il guadagno in quasi 80 milioni di yen (600.000 euro).
Ecco un video sul suo funzionamento:
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