Missione Giornalista

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Molveno e monti della Paganella: 5 motivi per visitarli (in bici)

Il mio (bellissimo) lavoro mi ha portato parecchio in giro negli ultimi tempi. Molto lontano da casa, ma anche abbastanza vicino, come nel caso dell’area della Paganella, la porta di ingresso al cuore delle Dolomiti che si affaccia sul Lago di Garda. Tre giorni tra Molveno, Fai e Andalo, le tre location dell’altopiano della Paganella che quest’anno hanno deciso di puntare tutto sullo sport e in particolare sulle due ruote: basti pensare che a maggio su quelle salite è transitata la carovana rosa del Giro d’Italia, con il suo gruppone di ciclisti professionisti. Ecco, a proposito di bicicletta, i miei tre giorni sulla Paganella sono stati praticamente a pedali, o in sella, come preferite.

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Dall’1 al 3 luglio si è svolta la prima edizione del Dolomiti Paganella Bike Days, la tre giorni dedicati al fantastico mondo Mtb, mountain bike, in tutte le sue sfaccettature. Convegni, escursioni guidate, tour su due ruote, test e molto altro. In effetti l’azienda per il turismo Dolomiti Paganella ha lavorato molto bene negli ultimi anni, trasformando il comprensorio in un vero e proprio “parco per le biciclette” (o meglio per le mountain bike), con attrazioni, sentieri tracciati (trail) ed eventi alla portata di tutti. Anche alla mia, per intenderci, che certo amo le due ruote e sono abbastanza allenato da potermi permettere qualche pedalata settimanale tra le colline della Brianza, ma che per la prima volta ho assaporato il gusto della mountain bike e della montagna, quella vera, senza asfalto. Scoprendo un mondo incredibile e scoprendo anche “prodotti turistici” nuovi che possono avere un fortissimo appeal sul mercato.

Insomma, quella che proporrò qui è una guida, nemmeno troppo rapida, sull’area della Paganella: cinque consigli per scegliere Molveno e dintorni come meta delle vostre vacanze. Pronti, via.

1 – Le Dolomiti più vicine a casa, cioè più vicine a Milano. Due ore e qualcosa di auto: tanto ci vuole per raggiungere l’altopiano della Paganella da Milano. Poco più di due ore di macchina per scoprire la bellezza delle Dolomiti del Brenta, appena fuori Trento, sopra il Garda. Per chi è un amante del genere, lo scenario vale comunque una visita: non ci troviamo nel cuore delle Dolomiti, tra Trento e Bolzano (per raggiungere quest’area ci vogliono almeno 3 ore e mezza di automobile da Milano), ma i sassi che svettano attorno al Lago di Molveno hanno comunque il marchio del patrimonio Unesco e lasciano a bocca aperta. Nel viaggio di ritorno pensavo pure che potrebbe essere una meta buona per una gita fuoriporta da fare in giornata.

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Uno scorcio del Lago di Molveno sovrastato dalle rocce dolomitiche; in primo piano una “fat bike” con cui girare il lago

2 – Molveno, il mare in montagna. Mi sono innamorato di Molveno e del suo lago. Che, per chi non lo sapesse, per il terzo anno consecutivo è stato riconosciuto come lo specchio d’acqua più bello d’Italia e premiato con 5 Vele da Legambiente e Touring Club Italiano. Quello che colpisce è che Molveno ha una vera spiaggia in città: scendendo dal versante della montagna, dove sono arroccate le case e gli hotel, si arriva a ridosso della spiaggia e sembra un po’ di stare in Liguria. Si scende verso il mare, cioè verso il lago, e si scopre una spiaggia di sassi bianchi e un prato curato all’inglese che farebbero invidia a moltissime località di mare. Un bagnetto nell’acqua, comunque fredda, del lago è un must in estate. E le temperature, essendo la location ad “appena” 800 metri sopra il livello del mare, consentono di stare in costume per prendersi una bella tintarella.

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Uno scorcio di Molveno, vista dall’alto

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Il Lago di Molveno: sullo sfondo, il paese di Molveno

3 – Dolomiti Paganella Bike, una specie di parco giochi a cielo aperto per chi ama pedalare (e fare fatica). Come dicevo più sopra, l’azienda turistica ha puntato molto negli ultimi anni sulle due ruote, investendo fondi e risorse e trasformando le montagne per renderle sempre più accoglienti per gli amanti delle mountain bike. Nell’area ci sono ben 400 km di percorsi dedicati alla Mtb: dai tracciati downhill e freeride per gli esperti (per esempio il celebre Bear Trail), ai lunghi tour escursionistici all mountain e enduro. Tour e itinerari pensati per soddisfare ogni esigenza e ogni livello, attraversando esclusivamente strade forestali chiuse al traffico.

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4 – E-Bike, la bici col “trucco”, ma neanche troppo. Attenzione, non chiamatelo motorino. Altrimenti mi offendo. Per la prima volta sull’area della Paganella ho assaporato il gusto di salire su una E-Bike, cioè una bicicletta a pedalata assistita che nasconde un motorino capace di aiutare il ciclista nella sua pedalata. Ci si può immaginare a una bicicletta “che va da sola”, e questa è una bugia: la E-Bike ti restituisce, in termini di sforzo, quello che tu le dai. Il motorino aiuta molto il ciclista in sella, ma se non spingi i pedali non si muovono. Con la E-Bike che ho trovato in uno dei tanti punti noleggio che esistono a Molveno sono riuscito a scalare un paio di salite con picchi al 35% di pendenza, facendo una “fatica boia”, ma godendomi ogni singola goccia di sudore che scendeva dal mio corpo. Ecco, credo che turisticamente parlando le E-Bike siano una “figata” perché aprono le montagne e i sentieri più impervi anche ai “ciclisti della domenica”, cioè offrono a tutti la possibilità di visitare salite e discese su due ruote, permettono a un pubblico molto ampio di sperimentare il gusto di andare da un rifugio all’altro in sella a una mountain bike senza essere un’atleta preparato. Consiglio nel consiglio: con la E-Bike fatevi un paio di giri del Lago di Molveno. Il percorso che lo circonda, tutto sali e scendi, tutto curve, buche e rocce (14 km circa), è un vero paradiso e una continua scoperta per chi vuole pedalare in montagna.

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5 – Gusto unico. Forse dirò una cosa scontata, ma le prelibatezze che ho potuto assaggiare in quei giorni mi fanno ancora salire l’acquolina in bocca. Sull’altopiano della Paganella si possono assaporare tutte le specialità del Trentino che hanno reso famosa e forte quella tradizione culinaria. Solo per fare una citazione, tra una salita e l’altra ho raggiunto a pedali il rifugio Meriz La Rocca che mi ha avvolto e scaldato con le sue pareti in legno e i suoi piatti unici, dalla carne salada alla pasta fresca prodotta in loco e cucinata dagli chef (non perdetevi il piatto dei dolci!).

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Un piatto di carne salada con scaglie di grana e rucola

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Un dettaglio dell’interno del rifugio Meriz

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