Volete fare i giornalisti? Avete da poco concluso l’università oppure uno stage? Volete buttarvi nel mondo del lavoro, volete iniziare a scrivere? Bene, sappiate che i curriculum non servono. Non è una forzatura, non è una provocazione: è semplicemente la mia esperienza e non voglio che venga assisa come valore assoluto in questo campo. A me il classico cv, il curriculum vitae, non è mai servito: e nella mia misera vita da giornalista ho incontrato tanti giovani colleghi che hanno condiviso con me questa visione del mondo della “carta stampata”.
Il favoloso mondo del web è pieno di modelli preimpostati che si possono facilmente scaricare e compilare. Ed è altrettanto ricco di consigli preziosi che gli aspiranti giornalisti o redattori possono fare propri. Il mio spassionato consiglio è un altro: non badate al cv, non perdete troppo tempo a sistemare un documento che in teoria dovrebbe dire tutto di voi ma al contrario è talmente asettico che rischia di essere controproducente. Sia chiaro, è un consiglio: che per altro mi va di regalare solo e soltanto a chi si butta nel mondo dell’informazione, o meglio, nel mondo del giornalismo, magari come free lance o collaboratore. E che vale solo per certe situazioni, non per esempio per colleghi navigati che ambiscono a posizioni di alto prestigio.
Mi dà ragione, e ne sono particolarmente fiero, la direttrice di Donna Moderna, uno dei settimanali di maggior successo in Italia. “Il miglior consiglio per mandare un curriculum è… non mandarlo. Ebbene sì, lo ammetto: ho aperto raramente l’allegato a una mail così congegnata. ‘Buongiorno Direttore, mi permetto di inviarle il mio curriculum. Qui ne trova una versione online. Spero di cuore in una sua risposta, per ora la ringrazio molto’. Quel freddo elenco di competenze, miste a pezzi di vita stile telegramma, non è di facile lettura. Meglio raccontarsi con una bella lettera e allegare il cv per ulteriori approfondimenti. C’è gente che dice: ho mandato 100 curriculum, neanche una risposta. Io controbatto: per inviare un curriculum ti basta un clic. Per leggerlo ed elaborare una risposta sensata occorre almeno un quarto d’ora: lo faccio solo quando sento che c’è stato altrettanto impegno dall’altra parte”, racconta Annalisa Mofreda nel suo “5 cose da non fare quando (mi) mandate un curriculum”.
Ci provo anche io, non a dire cosa non fare perché l’ho già detto sopra: non perdete troppo tempo per il cv ma dedicatevi ad altro, perdete del tempo utile per far sì che la vostra auto candidatura finisca nella mail, poi sotto gli occhi e infine nel cuore e nella mente di chi la riceve:
1- Trovate un modo geniale per presentarvi, meglio di quanto possa fare un modello preimpostato che comincia con il vostro codice fiscale e la data di nascita. Dite chi siete, chi siete veramente, cosa sapete fare e cosa vorreste fare.
2 – Siate concreti, ok la creatività ma non perdetevi e non “sbrodolate” in auto incensazioni inutili. Troppo fumo e poco arrosto non sono mai graditi.
3 – Fate proposte: a proposito di arrosto, sappiate che questa è una regola d’oro. Se scrivete una mail a un direttore di giornale, giocatevi le due migliori proposte che potreste fare a lui e al suo prodotto. Due idee che ritenete da urlo e che potrebbero davvero piacere e fare comodo a chi legge la vostra mail. Questo per me è sempre stato un vero e proprio passepartout: invece di allegare cv, mandate proposte di servizi, inchieste. Fategli venire voglia di scommettere su di voi!
4 – Dimostrate di conoscere il giornale a cui state scrivendo, o quanto meno fate finta. Centrate almeno l’argomento. Non chiedete di fare i reporter di guerra a Tutto Sport, per capirsi.
5 – Non perdetevi d’animo. Anche quando nessuno risponde, anche quando quando qualcuno, educatamente, vi dice di non essere interessato. Se siete convinti che le vostre idee siano vincenti, custoditile e trovate un’altra via per farle venire a galla.
Visto che non mi costa niente, ne aggiungerei un sesto: coltivate relazioni, non perdete tempo a trovare la foto giusta da allegare a un documento che magari mai nessuno guarderà. Incontrate persone, parlate con loro, frequentate redazioni, chiedete ai giornalisti come hanno fatto a diventare giornalisti!
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