Missione Giornalista

Il contrario della guerra non è la pace, è la creazione (Rent, il musical)

Giornalismo, quanti segnali di vitalita’ (sotto l’albero)

Mentre si dibatte sul futuro dei giornali, soprattutto cartacei, come di quello della professione del giornalista, arrivano timidi segnali di vivacità da questo settore. In queste ore alcuni dei più importanti player dell’informazione nazionale hanno deciso di presentare ai lettori, e al mercato, importanti novità. Tutto in poche ore, tutto negli stessi giorni: non sta a me giudicare se si tratti di idee giuste o sbagliate, di proposte vincenti o meno; non mi ritengo così erudito da poter dire se la direzione sia quella corretta, se la strada imboccata porti verso un nuovo traguardo volante. Stando ai fatti, rappresentano pur sempre segnali di vitalità di un settore che, comunque, dimostra di interrogarsi e di “fare dei tentativi” per rilanciarsi.

Faccio una ulteriore premessa. La maggior parte delle novità qui sotto elencate riguardano Rcs, forse il più importante attore del mercato delle news in Italia: non è piaggeria, non è un “inchino” verso una delle aziende che mi pagano. Più semplicemente la corazzata milanese, oggi guidata da Cairo, ha presentato in questi giorni una serie di “sperimentazioni” che, ripeto, dicono comunque di un risveglio dal sonno dell’editoria.

GAZZETTAFANNEWS – Non so se chiamarlo “citizen journalism”, ma di certo rappresenta una vera e propria novità. La Gazzetta dello Sport ha presentato GazzettaFanNews, un portale digitale, o meglio un giornale online vero e proprio, fatto dai lettori. “Un progetto che ha vinto un bando di Google per l’innovazione e pensato per tutti quegli appassionati che amano scrivere di sport, ma non hanno mai avuto ancora la possibilità di farlo”, dicono dalla rosea. I lettori della Gazza diventano autori, diventano giornalisti: il portale permette a ciascuno, previa registrazione, di postare un articolo vero e proprio, su un tema a scelta, aggiungendo anche titolo, sottotitolo e foto o video. Insomma, i fruitori diventano parte attiva del giornale e anche della redazione (dato che i migliori articoli troveranno spazio anche sul sito ufficiale Gazzetta.it). Io ho voluto provare: mi sono registrato e ho postato un articolo. Per leggerlo, cliccate qui. Per me si tratta di un’operazione quotidiana, abbastanza di routine. Capisco che, in un mondo in cui tutti si sentono opinionisti, questa procedura possa far venire qualche brivido di goduria a chi ha sempre sognato di fare il giornalista.

IL CORRIERE VA A TORINO – Sempre restando sotto il cappello di Rcs, in questi giorni c’è il lancio dell’edizione locale di Torino del Corriere della Sera. “Il Corriere della Sera apre a Torino per raccontare una città in transizione e i suoi abitanti, così orgogliosi del proprio passato quanto insofferenti a chi glielo ricorda di continuo e ansiosi sul proprio futuro. Negli ultimi venticinque anni nessun luogo è stato così capace di reinventarsi, di passare dalle fabbriche, dalla Fabbrica, a nuova meta del turismo europeo e mondiale”, dicono dalla redazione. Al di là della visione sociologica, il segnale del Corsera è curioso e interessante: sia perché rappresenta un investimento, in un momento storico di tagli e remi in barca, sia perché va nella direzione del potenziamento del giornalismo locale, a me tanto caro perché (penso) vincente in ottica futura.

GABANELLI ONLINE – Milena Gabanelli è stata per anni, forse per molti lo è ancora, l’immagine del giornalismo “buono”, di quello efficace, vero, d’inchiesta. E per questo giusto. Vox populi? Sì certo. Forse proprio sfruttando questo sentimento popolare, ma anche lo strascico di “follower” che la giornalista si porta con sé, Urbano Cairo l’ha chiamata al Corriere. Non solo, perché la Gabanelli andrà ospite fissa anche a La7. “Milena Gabanelli torna a collaborare stabilmente con il Corriere della Sera con un progetto innovativo: una video-striscia quotidiana su Corriere.it dove ogni giorno, in cinque minuti circa, la giornalista analizzerà un argomento con numeri, mappe, infografiche, video-animazioni, ovvero con gli strumenti del data journalism”, si legge sul Corsera. Qualità? Giudicate voi, anzi, giudicheremo insieme.

LA NUOVA REPUBBLICA – Chiudo la carrellata di news che riguardano Rcs e approdo sulla sponda avversaria. In questa settimana ha fatto notizia l’arrivo nelle edicole de La Repubblica in una nuova veste: mercoledì 22 novembre il quotidiano di Scalfari si è presentato ai lettori con una grafica rinnovata e un look “futurista”. A molti non è piaciuta, a molti altri sì. E sia chiaro, i commenti dei lettori potrebbero anche fermarsi qui, cioè a una valutazione estetica del nuovo impaginato (che per altro fa seguito all’ultima rilasciata non molti anni fa). I commenti degli addetti ai lavori, e io dovrei rientrare in questo gruppo, potrebbero andare oltre e cercare di capire, cioè, se sotto il nuovo vestito sia cambiata anche la sostanza, cioè se il restyling (anche nei contenuti con la novità della quarta pagina) non sia stato solo formale ma strutturale. Ai posteri l’ardua sentenza.

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