Missione Giornalista

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La storia di Georgi e il giornalismo utile

Non è una vera e propria “Storia nel cassetto”. Tanto che l’ho messa in due categorie: questo post, oltre che in home, l’ho collocato sia nel contenitore (cioè nella categoria/sezione) “Al lavoro”, sia in quello delle storie che vorrei scrivere, appunto. Perché non si tratta di una storia nel cassetto? Perché è pubblicata. Sul quotidiano Il Giorno in edicola oggi, venerdì 5 dicembre 2014. Non era neanche del tutto in un cassetto, perché la storia è un assist di due colleghi che mi hanno servito sul piatto d’argento uno spunto davvero bello.

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La notizia secca, la storia, è molto semplice. Un uomo, giovane, malato di cancro, si trova in Italia in un ospedale del milanese. Ci è finito perché fa il camionista e in uno dei suoi ultimi viaggi tra la Bulgaria e l’Italia è stato male. Sapeva già di avere un tumore ma ha scelto di continuare a lavorare perché il suo stipendio è l’unico di tutta la famiglia (Georgi, questo il suo nome, ha una moglie e una figlia di 12 anni). Senza soldi, Georgi ha espresso un desiderio: tornare a casa, morire in Bulgaria, rivedere per l’ultima volta la sua famiglia. Ecco. Ma siccome Georgi non ha i soldi per permettersi un trasferimento assistito in suo “aiuto” sono arrivati gli infermieri e i medici dell’Ospedale Bassini, dove è ricoverato. I quali hanno dato vita a una raccolta fondi per trovare i 2500 euro necessari per esaudire il desiderio di Georgi.

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La storia è questa. C’è un po’ di dolore, un po’ di solidarietà. I meccanismi giornalistici, quello che ogni tanto non mi vanno del tutto giù, direbbero che è la storia natalizia perfetta. Nello scrivere il pezzo io non ho badato granché a queste dinamiche, ma ho semplicemente pensato a Georgi (che per altro non ho mai visto) e alle persone che si stanno prodigando per realizzare il suo ultimo sogno.

Questa storia, che sicuramente avrà un seguito giornalistico, mi dà la possibilità di fare una nuova riflessione. Mi chiedo spesso a cosa serva quello che faccio. Credo, o forse spero, che un po’ tutti se lo chiedano. Io lo faccio, come dicevo, spesso. A volte non riesco a darmi molte risposte. Mi sembra di assolvere il mio “compito” semplicemente facendo un servizio alla comunità di lettori, diffondendo informazioni utili, notizie interessanti. Questa volta invece, con un po’ di orgoglio, ho fatto (ma non per merito mio) qualcosa di più. Insomma, il giornalismo, bistrattato, denigrato, quello che racconta solo la cronaca, quello che vuole scavare nel personale, quello corrotto e forse troppe volte superficiale. Ecco, quel giornalismo ogni tanto serve anche a questo: a raccontare una bella storia, a partecipare alla diffusione di un messaggio di solidarietà, di una richiesta di aiuto. Semplicemente.

La storia di Georgi la trovate in edicola su Il Giorno di oggi, come mostra la foto che pubblico qui. Ma la trovate anche a questo link: http://www.nordmilano24.it/2014/12/05/georgi-suo-desiderio-solidarieta-bassini/

 

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2 commenti su “La storia di Georgi e il giornalismo utile

  1. Atanas
    9 dicembre 2014

    Oggi, 2014/12/09, è morto mio cugino più grande George. Siamo riusciti a vedere ieri in ospedale a Dupnitsa dopo la Domenica è arrivato con l’ambulanza da Italia. Pace all’anima sua e per sempre essere la sua memoria!

  2. Pingback: Georgie è morto, in Bulgaria, con la sua famiglia accanto | Nordmilano24

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