C’è la questione deontologica numero 1. E’ giusto in questo caso violare la sfera personale di un uomo per rivelare al mondo intero la sua malattia? Qui, secondo le parole del direttore di QN Quotidiano Nazionale, Andrea Cangini, si è ritenuto che “il diritto alla riservatezza contasse un po’ meno del diritto dell’opinione pubblica ad essere informata”. C’è poi la questione deontologica numero 2. La domanda da un milione di dollari. Sarà vero oppure no che papa Francesco ha un tumore?
Non sta a me dirlo. Anche perché su queste due domande si potrebbero scrivere (anzi forse qualcuno l’ha già fatto) libri su libri. Quello che voglio provare a fare qui è analizzare questo “scoop” giornalistico che sono riusciti a fare nella cucina della redazione di QN. Non lo faccio perché è uno dei giornali per cui scrivo, ma perché giornalisticamente (e non solo a livello sociale e di pubblico interesse) si tratta di un fatto storico. Nel 2015 tirare un “buco” così grosso ai colleghi è un fatto alquanto rilevante. Cioè, avere una notizia in esclusiva (non un servizio, creato ad hoc, ma una vera informazione di base, grezza, su cui lavorare), senza che nessun altro collega se ne sia accorto, è qualcosa che non si vedeva da un pezzo. Nell’era dell’informazione digitale, nell’epoca di internet e della velocità che domina sulla qualità, con le notizie che diventano presto di tutti (parlo dei giornali) perdendo velocemente il padrone e il creatore, ecc, in quest’epoca credo che quanto hanno fatto in casa QN meriti quanto meno una riflessione.
Certo, tutto questo discorso è subordinato alla fondatezza e alla veridicità della notizia. Forse solo il tempo potrà dirlo, ma per il direttore e per i suoi collaboratori si tratta di una scommessa: se la notizia è vera, e giornalisticamente confermata da fonti certe, allora lo scoop sarà reale, il “buco” (bucare un concorrente significa pubblicare una notizia che non ha nessun altro giornale) concreto. Se così non fosse la redazione, le persone che la compongono, la testata e tutta la società editrice faranno una pessima figura destinata a restare nella storia della carta stampata.
Brevissima, anzi poverissima analisi: il pezzo comparso sul giornale di mercoledì 21 ottobre 2015 ha, linguisticamente parlando, pochi condizionali. Non si nasconde, insomma. Riporta luoghi, fatti, dialoghi. E c’è anche un altro dato da tenere conto in questa veloce e scarna analisi: se leggete i giornali del giorno dopo, parlo dei concorrenti, si trovano solo le dichiarazioni ufficiali dell’Ufficio stampa della Santa Sede. Nessuno ha in mano altre prove per confutare quanto uscito su QN. Anzi, leggendo bene gli altri quotidiani, che comunque richiamano anche la teoria del complotto contro il Papa, ci sono colleghi che in punta di penna lasciano spiragli che possono far credere che la notizia non sia del tutto falsa.
Comunque, QN ha fatto una cosa che non si vedeva da un po’. Ha tirato un bel buco, ha fatto uno scoop. E per dirla tutta, non è la prima volta che negli ultimi anni capita tra Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino. Sono testimone in prima persona di uno scoop fatto dai colleghi che stanno nella scrivania a fianco alla mia. Era il 2011 e i carabinieri scoprirono una donna morta nel box di un 44enne di Cinisello Balsamo. Per una serie di fatti che non sto qui a raccontarvi, questa notizia uscì l’indomani solo su Il Giorno, e quindi su QN in prima pagina. Con la foto del presunto “orco” in copertina. Ai colleghi arrivarono telefonate da mezzo mondo. E con esse i complimenti.
Allora ecco che anche nell’era delle notizie-sparate-sul-web-prima-di-tutti-gli-altri gli scoop si possono ancora fare. Merito, forse, della forza che un tale giornale ha nella cronaca locale: merito, probabilmente (ma potrei essere giustamente smentito oggi stesso) dei centinaia di colleghi che lavorano nei piccoli Comuni, che cacciano notizie, che battono i marciapiedi. E che magari quel giorno di qualche mese fa, alle porte di Pisa, tra un consiglio comunale e un piccolo incidente stradale, hanno notato quell’elicottero in volo sui cieli della Toscana con l’effige del Vaticano…
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